Crisi idrica in Africa: un tema agghiacciante

12 Ott 2019 | (PLANET)

Se non puoi portare un iceberg in Africa, almeno puoi capire perché siamo arrivati a questo punto.

Sappiamo a cosa stai pensando: la foto di copertina di questo articolo è sbagliata. Che ci azzecca questo enorme pezzo di ghiaccio con il tema della siccità in Africa?

Sembra una storia ai confini della realtà, ma Nicholas Sloane, ingegnere sudafricano (è stato anche a capo del progetto per la rimozione della Costa Concordia dalle coste italiane), ha preso sul serio la possibilità di trasportare un enorme iceberg dall’Antartide fino a Cape Town, Africa.

Sì, perché la faccenda si fa piuttosto seria se,

un giorno, ti annunciano che d’ora in poi tu e il tuo nucleo familiare potrete consumare al massimo un totale di 50 litri al giorno di acqua per bere, cucinare e, banalmente, farsi una doccia. Anche se la situazione di emergenza è di poco rientrata dal giorno in cui Nick Sloane aveva cercato invano di aprire i rubinetti della sua vasca per farsi un bagno, “non torneremo mai ai giorni in cui l’acqua scorreva senza problemi in tutta Cape Town” dice, facendo notare che la popolazione è cresciuta del 40% negli ultimi 20 anni. “Se i rubinetti iniziano a svuotarsi, il primo giorno la gente farà le file ai punti di raccolta d’acqua della città. Il secondo giorno però, se non riescono ad avere la loro acqua… Beh, le persone potrebbero uccidersi tra loro.”
Da qui la folle, ma ben studiata impresa di trasportare un blocco di ghiaccio da 125 milioni di tonnellate da trasformare in acqua municipale.
Non è nostro compito definire quanto sia fattibile o meno questa impresa, ma almeno possiamo cercare di spiegare i motivi per cui qualcuno è arrivato a pensare di realizzarla sul serio.

DISCLAIMER: IN AFRICA C’È ACQUA.

A causa della crisi idrica, potresti pensare che questo continente non abbia quasi per niente accesso a fonti d’acqua. Non è proprio così: in Africa si possono contare 677 laghi, che fanno dell’Africa il continente con il volume più consistente di acqua non ghiacciata a disposizione. Il problema, in effetti, non è la mancanza d’acqua, bensì la mancanza di acqua potabile.
Certo, anche se in percentuali diverse, le contaminazioni nei bacini idrici sono presenti dappertutto, ma in Africa scarseggiano infrastrutture e mezzi che aiutino a migliorare la qualità di questa risorsa fondamentale.

Viene così consumata dalla popolazione così com’è, senza essere filtrata e decontaminata.

Emerge così un secondo problema per niente secondario, ossia la mancanza di educazione relativa all’utilizzo delle fonti d’acqua: la maggior parte della popolazione africana non vive nei pressi del bacino idrico del fiume Congo, la fonte principale di acqua fresca e pulita in Africa, e si affida quindi alla scarsa disponibilità di acqua in superficie. Quest’ultima, tra l’altro è più incline all’inquinamento rispetto all’acqua proveniente dalle falde acquifere, e una volta prosciugata, aumenta ulteriormente il rischio di inquinamento.
La mancanza di educazione e di infrastrutture sta creando da decenni gravissimi danni e la superficie di acqua a disposizione nel continente recede di anno in anno a ritmi preoccupanti. Molto presto, altri stati africani avranno un bisogno disperato di acqua fresca, e questo riguarda tutti gli altri continenti.

DISCLAIMER 2: NON DOVRAI SPOSTARE ICEBERG

Sembra quasi un cliché e un “problema” a cui pensare quando le pubblicità di Natale ti mostreranno bambini che bevono dalle pozzanghere, ma davvero puoi fare la differenza. E non ti servirà spostare un iceberg per contenere questa crisi: esistono progetti di educazione all’utilizzo di acqua, alla costruzione di infrastrutture come pozzi o sorgenti di energia rinnovabile, alla corretta igiene personale e alla salvaguardia delle donne che ogni giorno trasportano per chilometri taniche di acqua. Con una ricerca su Google troverai una miriade di progetti, e se ci stai leggendo forse saprai che tramite Piantando ne abbiamo conosciuto uno che ci ha fatto sperare in un futuro migliore per l’Africa e anche per te, che magari dopo aver letto questo andrai a bere un bicchiere di acqua fresca e decontaminata che – per fortuna- hai sempre a disposizione.

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