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22 Ott 2019 | (PLANET)

E purtroppo non si tratta di un racconto hot. L’Italia si sta scaldando a una velocità doppia rispetto a tutto il resto del mondo.

Opera di Banksy vicino al ponte ovale a Camden, a nord di Londra. Fotografia: Zak Hussein / PA

Prepara le camicie e il cappello da texano, tra qualche anno Milano avrà lo stesso clima di Dallas!

Ah, non era una buona notizia?

Non proprio: entro il 2050, la fascia calda del clima terrestre potrebbe spostarsi verso Nord modificando radicalmente il clima di diverse città. Giusto per mettere ansia, Londra potrebbe avere un clima molto simile a quello di Barcellona, mentre a Stoccolma potranno assaporare un clima simile a quello di Milano.
E in Italia? Milano potrebbe diventare calda come Dallas, in Texas.

Un quinto del territorio italiano è a rischio desertificazione, in tutti i grandi laghi e fiumi c’è poca acqua e le alte temperature del mare stanno moltiplicando uragani e trombe d’aria. Tutti fenomeni che in passato (neanche troppo, 20 anni fa) erano caratteristiche delle latitudini tropicali.

Piove, e non è un buon segno
Il nuovo record raggiunto nel 2014 è stato di +1.45°C rispetto al trentennio 1971-2000 (fonte: ISAC-CNR) e le conseguenze sono prevedibili: già nel 2014 abbiamo avuto numerosi alluvioni, tra cui Genova, Modena, Senigallia, Chiavari; e la produzione agricola è stata duramente colpita, con i produttori di olio d’oliva, miele e castagne in grave difficoltà.

Frutta esotica a km 0
Se una volta i banani erano solo un ornamento esotico da giardino, ora in Sicilia coltivano senza problemi caffè, mango, banane e il frutto preferito dai frequentatori di Instagram: l’avocado. «Qui fino a dicembre fa caldo, e da un paio di giorni il tempo è tornato bellissimo. Ci siamo detti, iniziamo con qualche pianta e vediamo come va. Oggi abbiamo 1.200 piante di papaya e 400 di banane, e la produzione non basta mai» dice orgoglioso Rosolino Palazzolo, che gestisce l’Orto di Nonno Nino a Palermo. Con il clima decisamente più caldo tutto cresce in serre non riscaldate, e – fortunatamente – senza trattamenti che non siano naturali.

Tirreno tropicale
L’anno scorso i nostri mari si sono trasformati in acque tropicali: le acque del Tirreno sono state invase dalle meduse anche a febbraio. Roberto Danovaro, professore di Ecologia all’Università Politecnica delle Marche ha osservato che «Le acque di Linosa, in Sicilia, ormai sono infestate di pesci pappagallo, trombetta, palla e altre varietà tropicali, spesso velenose e predatrici. I nostri pesci autoctoni stanno scappando, ritirandosi a profondità di oltre 30 metri, dove però c’è meno cibo. Ecco perché acciughe, cernie, spigole stanno scomparendo». Continua Danovaro, che è anche presidente della Stazione zoologica di Napoli: «Il problema non è solo il cambiamento climatico ma l’effetto combinato delle sue conseguenze: l’acidificazione dei mari, le oscillazioni di temperatura, l’alterazione dei microrganismi, sono tutti fattori di stress che aumentano le malattie.».

Riscaldamento ad alta quota
Daniele Bocchiola, professore di Idrologia al Politecnico di Milano, ha condotto delle ricerche nelle Alpi Orobie, per studiare l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema di un fiume come il Serio. Le sue conclusioni sono prevedibilmente preoccupanti: le temperature sopra la media registrate nelle Alpi hanno effetti devastanti anche sui nostri fiumi e torrenti di montagna. «La soglia critica sono i 20 gradi: quando l’acqua sale sopra quella temperature le trote soffocano. Ma già a 15 gradi il rischio di mortalità è molto elevato, perché iniziano a diffondersi delle epidemie come la Pkd, la malattia proliferativa renale.».

«Le temperature stanno salendo anche perché nei fiumi c’è meno acqua», spiega Bocchiola. «Meno nevica, e meno neve si scioglierà in primavera, un circolo vizioso con conseguenze in tutte le Alpi».

Prima l’Italia!
Sono innegabili gli effetti di una cattiva gestione del territorio italiano, ma una causa di tutti questi cambiamenti è il clima impazzito, causato a sua volta da un utilizzo di risorse energetiche fuori controllo.

Il fenomeno è noto da decenni ed è causato dai livelli di gas serra (prima tra tutti l’anidride carbonica sprigionata dai combustibili fossili), che hanno raggiunto concentrazioni senza precedenti.

Il clima è il frutto di un insieme di fattori legati tra loro, legati ai diversi Paesi del mondo. Con Piantando ci occupiamo anche di progetti fuori dall’Italia perché ciò che succede in Amazzonia, in Africa, in Patagonia può determinare la vita delle meduse a Linosa, la salute delle trote del Serio, la quantità di castagne che potrai gustarti durante questo autunno.

Tra 50 anni la metro di Milano si fermerà a Dallas, riusciamo a scendere prima?

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