Basta un cartello per salvare il Pianeta?
Greta Thunberg, Fridays For Future, Milano, Cartelli. Cosa hanno in comune?
Vi diciamo la nostra.
Siamo stati alla manifestazione di Milano Climate Strike del 27 settembre 2019 organizzata dal movimento dei giovani per il clima «Fridays For Future», che si è ispirato all’attivismo di Greta Thunberg.
Vedere le vie di Milano piene di giovani in corteo per richiamare tutti ad un cambio di passo su temi di sostenibilità e impatto è stato emozionante.
Il cambiamento può arrivare dal basso, la storia ce lo insegna.
Sempre più occhi sono puntati (per fortuna) sui cambiamenti climatici e queste manifestazioni sono la migliore arma per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi in verità molto complessi e che richiedono un background scientifico per comprenderli appieno.
«A che servono tutti questi cartelli?
Cosa si inventano per bigiare la scuola.»
È la frase che ha pronunciato una sciura milanese osservando lo scorrere del vivace corteo. Questa reazione ci ha fatto riflettere su quella che è la considerazione popolare (o almeno una parte) su questo tipo di attivismo.
Proprio per la natura non scientifica ma sociale di questo tipo di manifestazioni, ci siamo chiesti se il loro obiettivo di sensibilizzare e informare in modo semplice si stia raggiungendo.
Esiste un numero crescente di campagne una tantum simili alla Giornata della Terra che mettono in evidenza i problemi relativi all’impatto dell’uomo sul pianeta. Fridays For Future è il primo movimento che non ha creato solo spettacolo ma sta coinvolgendo sempre più persone in modo costante.
È sufficiente, però, partecipare a questi eventi con costanza? Movimenti come questo, seppur mossi da un nobile scopo, sono destinati a passare di moda non appena i media stabiliranno la morte (mediatica) di Greta Thunberg e di ciò che rappresenta?
E soprattutto, la gente sta comprendendo il cambio di paradigma nella società?
Preparare dei cartelli, saltare la scuola, scioperare per il nostro pianeta è un gesto di valore e condivisibile (questa mattina c’eravamo anche noi, anche se non abbiamo dovuto saltare lezioni) ma potrebbe non trasmettere il messaggio a coloro che hanno bisogno di ascoltarlo di più: le persone che stanno a guardare.
Con ogni movimento che nasce, c’è un’onda di haters pronta a giudicare e sindacare su scelte o azioni e sbucano subito esclamazioni come “Eh ma Greta Thunberg è ricca”, “Ci sono dietro le lobby”, “È un’attrice”, “Fate gli scioperi e poi andate da McDonald’s”.
Le persone che stanno a guardare sono il target di chi sceglie di partecipare a queste manifestazioni (altrimenti per cosa lo fate?); bisogna approfittare dell’esposizione mediatica per lanciare messaggi, e un cartello può essere lo strumento giusto per chi giudica dalla poltrona.
La frase più comune di chi con orgoglio pensa di aver avuto l’intuizione dialettica del secolo è “scioperare non serve, servono soluzioni concrete”.
Questa frase fa riflettere, perché la soluzione (locale, non approfondiremo qui il gap culturale/economico tra Europa e paesi emergenti) è semplice quanto complessa:
1. Evitiamo i decision maker
I brand, i politici, i prodotti che non sono in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, che non rispettano il diritto del lavoro e l’ambiente, non devono essere più acquistati, votati, scelti.
2. Rinunciamo agli iphone, al sushi, all’automobile
Trasferiamoci in campagna a coltivare la terra e nutrirci di quello che possiamo produrre e soprattutto diventiamo tutti vegani.
Non vi va, vero?
E allora, se proprio pretendete soluzioni concrete, alzatevi dalla sedia e prendete un cartello in mano, con l’obiettivo di dare voce ad aziende, ricercatori, giornalisti, politici (sì, proprio loro, i poteri forti) che vogliono affrontare con serietà questi temi, ma che oggi hanno pochissimo spazio e quel poco spazio che hanno è grazie, anche, all’attivismo di una normalissima ragazza di nome Greta Thunberg.
Un cartello tenuto in mano da un sedicenne può salvare il pianeta, se sarà servito a far alzare dalla sedia una persona, e un’altra ancora, e un’altra ancora, finché non ci sarà più nessuno fermo a guardare e saremo tutti consapevoli delle nostre scelte.
Piantando è una startup che permette a persone come te di sostenere progetti di impatto ambientale e sociale in modo concreto, certificato e trasparente.
Come? Semplicemente acquistando una piantina da tenere a casa, in ufficio o da regalare ad una persona speciale.
Non è una semplice piantina, è il simbolo del tuo impegno.
Haworthia
39,90€
Leggi anche:
Illuminare il futuro: Light up
Il progetto che porta sicurezza, educazione e progresso nei villaggi malawiani più remoti.In un continente dove il tramonto spesso segna il confine...
La raccolta di Plastic Pull continua
Oltre 95 tonnellate di rifiuti raccolte in meno di un anno grazie alla rete Plastic Pull attiva in tutta Italia