Addio alla plastica monouso (più o meno)
Nel giorno della resa dei conti l’Italia ha deciso di rinviare il decreto di recepimento.
È in vigore da sabato 3 luglio la Direttiva europea 2019/904 “sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”, meglio conosciuta come direttiva Sup (Single Use Plastics), che mette al bando gli oggetti usa e getta trovati più frequentemente sulle spiagge e nei mari: cannucce, cotton fioc, piatti e posate, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo.
I prodotti in plastica monouso destinati alla pesca non saranno vietati, ma dovranno rispettare obblighi di etichettatura, regimi di responsabilità estesa del produttore (significa che il produttore è responsabile non solo dal punto di vista finanziario ma anche del fine vita di un prodotto) e specifiche di progettazione.
Gli Stati membri, inoltre, sono tenuti a garantire che:
“Determinati prodotti di plastica monouso immessi sul mercato rechino sul prodotto o sul suo imballaggio una marcatura per informare i consumatori della presenza di plastica nel prodotto e del metodo appropriato di smaltimento dei rifiuti evitando di disperderli nell’ambiente”.
Il contenzioso tra Italia e Commissione Europea
Il governo italiano contesta che tra gli oggetti monouso al bando ci siano anche quelli in plastica compostabile e in carta plastificata, due settori nei quali l’industria italiana è molto forte e di cui abbiamo parlato più approfonditamente anche qui.
L’Italia non ha ancora approvato nessun atto per recepire la direttiva, nonostante la bozza del documento sia pronta da giorni, e fonti ministeriali parlano di un rinvio dopo l’estate. Quindi ad oggi non cambia nulla dice il Ministero guidato da Roberto Cingolani: sugli scaffali dei supermercati si potranno reperire tutti i prodotti messi al bando dalla direttiva SUP e le aziende potranno continuare a produrli.
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