Perché la tecnologia salverà l’agricoltura

21 Mag 2021 | (PLANET)

Disclaimer

Questo articolo non contiene riflessioni del tipo:
Si stava meglio quando si stava peggio
Ah! Ai miei tempi…
Dove finiremo

Perché questa premessa? Perché oggi si parla di agricoltura, una pratica vecchia quanto l’umanità, o quasi: risalente a quando l’umanità iniziò a civilizzarsi. Anche se non sempre viene condotta in modo civile. Il motivo è lo sfruttamento spregiudicato della natura, fatto con moderni macchinari e prodotti chimici non sostenibili: ma il responsabile di ciò non è la tecnologia, ma l’utilizzo che ne viene fatto, e questo articolo parlerà proprio di questo, di tecnologia e natura non come ossimoro ma come connubio necessario.

Fino a ieri, l’agricoltura significava più o meno questo:

Oggi, in molti casi, assomiglia a questo:

Se stai pensando “Ecco dove ci ha condotto il progresso”, è probabile che questo articolo non andrà nella direzione che speri.
Perché ci sono tante cause dietro all’agricoltura intensiva, ma il progresso non è una di queste. Eppure, spesso capita di sentir parlare della tecnologia come acerrima nemica della natura: come mai?

Forse, perché arriviamo da un’Italia che fino agli anni ‘50 nel Novecento (meno di un secolo fa) era un Paese rurale, in cui la maggioranza della popolazione italiana viveva in campagna e l’agricoltura era l’attività più rappresentativa dell’economia italiana. Molti di noi (me compresa) avranno avuto nonni e bisnonni che facevano contadini, e saranno cresciuti nel ricordo di un mondo quasi bucolico, vicino eppure incredibilmente lontano, prima che in pochi decenni avvenisse il cambiamento: ovvero tutta quella storia riassumibile in “Ma ci pensi che nel 1995 Jeff Bezos era solo un venditore di libri molto ambizioso?” o anche che “nel 2000 aprire un Blog era una novità assoluta?”.
Insomma, la globalizzazione. E una crescita economica generale che si è accompagnata con un deciso aumento della popolazione mondiale: negli ultimi 100 anni è più che quadruplicata. Approssimativamente, ogni anno nascono 140 milioni di persone e ne muoiono 58 milioni: significa che la popolazione cresce di 82 milioni l’anno. E ogni anno, la sfida diventa dare spazio, risorse e cibo a tutte queste persone, determinando un impatto devastante sull’ambiente.

E allora lo vedi che è colpa del progresso?” (Sempre lui, il lettore che odia i disclaimer)
Ebbene: l’agricoltura intensiva non ha nulla di nuovo. Ma è la risposta – arcaica – che molti hanno dato ad una tematica moderna. Basti pensare che il primo esempio di agricoltura intensiva lo abbiamo avuto con gli Antichi Egizi, nella Valle del Nilo, non proprio ieri. Oggi è condotta con macchinari moderni e con pesticidi e fertilizzanti chimici, ma la filosofia alla base resta la stessa: sfruttare i terreni senza limiti, ottenendo grandi quantità a costi ridotti, a scapito di tutto: uccidendo insetti, impoverendo il suolo, inquinando e diminuendo la biodiversità.

Per alcuni, la soluzione è tornare all’agricoltura che fu, ma per molti, agricoltura sostenibile significa innovazione, saper indirizzare le moderne tecnologie verso il miglior modo per sfruttare i terreni.

C’è chi la chiama Agricoltura 4.0, chi Smart Farming: sostanzialmente è l’evoluzione del concetto di “agricoltura di precisione”, per calcolare in maniera precisa quale sia il fabbisogno idrico di una determinata coltura ed evitare gli sprechi, per prevedere l’insorgenza di alcune malattie delle piante, per garantire la tracciabilità della filiera. Un’ Agricoltura Intelligente, basata sull’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) con macchinari, attrezzature e sensori nei sistemi di produzione agricola.

Sensori di suolo e acqua

Partiamo con le tecnologie già a portata di tutti, anche economicamente, dall’impatto immediato e con molti vantaggi. Ad esempio, questi sensori possono rilevare i livelli di umidità e azoto e l’azienda agricola può utilizzare queste informazioni per determinare quando irrigare e fertilizzare piuttosto che fare affidamento su un programma predeterminato. Ciò si traduce in un uso più efficiente delle risorse e quindi in una riduzione dei costi, ma aiuta anche l’azienda agricola a essere più rispettosa dell’ambiente conservando l’acqua, limitando l’erosione e riducendo i livelli di fertilizzanti nei fiumi e nei laghi locali.

Monitoraggio del tempo

Le previsioni del tempo non sono una vera e propria novità, ma diventeranno sempre più precise e ad hoc per l’agricoltura. Questa tecnologia può dare agli agricoltori un preavviso abbastanza anticipato su gelo, grandine e altre condizioni meteorologiche in modo da poter prendere precauzioni per proteggere i raccolti o almeno mitigare le perdite in misura significativa.

Immagini satellitari

Le immagini del raccolto consentono a un agricoltore di esaminare i raccolti come se fosse lì senza esserci effettivamente. Anche la revisione delle immagini su base settimanale può far risparmiare a un’azienda agricola una notevole quantità di tempo e denaro.

Automazione pervasiva

Si tratta di veicoli autonomi controllati dalla robotica o da remoto tramite terminali e iperprecisione, come i sistemi di navigazione RTK che rendono i percorsi di semina e fertilizzazione il più ottimali possibile. La maggior parte delle attrezzature agricole adotta già lo standard ISOBUS, e questo pone sul precipizio di una realtà agricola in cui presse, mietitrebbie, trattori e altre attrezzature agricole comunicano e operano persino in modo plug-and-play.

Tecnologia minicromosomica

Forse uno dei progressi più entusiasmanti nella tecnologia agricola sta arrivando in un formato molto piccolo. Un minicromosoma è una piccola struttura all’interno di una cellula che include pochissimo materiale genetico ma può, in parole povere, contenere molte informazioni. Usando i minicromosomi, i genetisti agricoli possono aggiungere dozzine e forse anche centinaia di tratti a una pianta. Questi tratti possono essere piuttosto complessi, come la tolleranza alla siccità e l’uso di azoto. Tuttavia, ciò che è più intrigante della tecnologia minicromosomica è che i cromosomi originali di una pianta non vengono alterati in alcun modo. Ciò si traduce in un’approvazione normativa più rapida e in un’accettazione più ampia e rapida da parte dei consumatori.

Tecnologia RFID

I sensori del suolo e dell’acqua menzionati in precedenza hanno posto le basi per la tracciabilità. Questi sensori forniscono informazioni che possono essere associate ai raccolti agricoli. Per fare un esempio futuristico (ma non improbabile) un sacchetto di patate potrà avere un codice a barre scansionabile con il proprio smartphone per accedere alle informazioni sul terreno che le ha prodotte. Un futuro in cui le aziende agricole possano commercializzarsi e far sì che i consumatori fedeli monitorino i propri raccolti per l’acquisto.

Agricoltura verticale

L’agricoltura verticale è stata un argomento di fantascienza fin dagli anni ’50 e forse oltre, e ora non è solo scientificamente fattibile, ma sarà finanziariamente sostenibile entro il decennio e offre molti vantaggi. Forse la più ovvia è la capacità di crescere all’interno degli ambienti urbani e quindi avere cibi più freschi disponibili più velocemente e a costi inferiori.

Se proprio vogliamo trovare un responsabile dell’agricoltura intensiva, quello è il mercato, che ad un certo punto si trovò ad un bivio: poteva scegliere una strada lunga, che col tempo avrebbe portato benefici all’umanità intera, o poteva sceglierne una breve e arricchirsi subito, a discapito del pianeta.

Questa parte di storia è già stata scritta, ma noi, come consumatori, possiamo scegliere di informarci, possiamo scegliere cosa acquistare, valorizzando le aziende che operano in modo sostenibile. E davanti a quel bivio, scegliere la via che ci porterà qui:

Piantando è una società benefit che permette a persone come te di sostenere progetti a impatto ambientale e sociale in modo concreto, certificato e trasparente.
Come? Semplicemente acquistando una piantina da tenere a casa, in ufficio o da regalare a una persona speciale.

Non è una semplice piantina, è il simbolo del tuo impegno.

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